Indice
- Che cos'è il rebranding aziendale?
- Quali tipi di rebranding esistono?
- Ogni quanto tempo si può fare un rebranding?
- Quando ha senso un rebranding?
- Intervista al nostro web designer Alessandro
- Conclusione
Il rebranding è una delle decisioni più importanti per un’azienda: permette di aggiornare la propria immagine, migliorare la percezione del pubblico e adattarsi ai cambiamenti di mercato. Ma come capire se è il momento giusto?
In questo articolo analizziamo i motivi principali per considerare un rebranding, la frequenza con cui farlo e i passi fondamentali per un cambiamento efficace. Inoltre, abbiamo chiesto ad Alessandro, il nostro web designer, di condividere la sua esperienza e i suoi consigli.
Che cos'è il rebranding aziendale?
Il rebranding è "una strategia di marketing che prevede la creazione di un nuovo nome, termine, simbolo, design, concetto o una loro combinazione per un marchio consolidato, con l'intento di sviluppare una nuova identità differenziata nella mente di consumatori, investitori, concorrenti e altri stakeholder."
Con un rebranding, metti sotto una nuova luce parti della tuo offerta o l'intera azienda e cambi il modo in cui vengono percepite dal pubblico. Se fatto bene, il rebranding rafforza il legame tra il tuo marchio e il tuo gruppo target.
Quali tipi di rebranding esistono?
- I progetti più piccoli di rebranding servono a rinfrescare gli elementi visivi del logo o del sito web di un'azienda.
- Il rebranding parziale si concentra sul rilancio di singoli prodotti o divisioni aziendali.
- I progetti più grandi vanno oltre la modifica del logo: nel caso di un rilancio completo del marchio o di un cambio di nome, il rebranding comporta anche modifiche alla palette di colori, al messaggio del marchio, al sito web e ad altri elementi dell'identità aziendale.
Ogni quanto tempo si può fare un rebranding?
Tuttavia, non si dovrebbero apportare modifiche importanti al marchio troppo spesso e solo se ci sono ragioni importanti per farlo. D'altronde, uno degli obiettivi del vostro marchio è quello di creare fiducia e fedeltà nel gruppo target. L'affidabilità e il valore di riconoscimento del vostro marchio e della vostra azienda giocano un ruolo importante in questo senso. Tutto questo richiede tempo e voi dovreste concederlo al vostro gruppo target.
Quando ha senso un rebranding?
- la loro immagine è cambiata nel tempo
- il marchio ha una cattiva reputazione
- il marchio non è più aggiornato
- la concorrenza è diventata troppo simile
- l'affermazione sul mercato non funziona
- fusioni, acquisizioni o riorganizzazioni lo richiedono
- Il target non è abbastanza specifico
Vediamo ciascuna situazione più in dettaglio.
1) L'immagine è cambiata nel tempo
Innanzitutto, è importante chiarire perché vuoi rinnovare il marchio. Definisci i tuoi valori, i tuoi obiettivi e come intendi raggiungerli. Inoltre, conosci a fondo il tuo brand: deve essere un ponte solido tra visione, proposta di valore e missione aziendale.
Il tuo pubblico deve capire chiaramente cosa offri e perché il tuo prodotto o servizio si distingue dalla concorrenza.
2) Il marchio ha una cattiva reputazione
Le cause possono essere molteplici: uno scandalo, errori di marketing, decisioni sbagliate o cambiamenti sociali. È fondamentale rivedere tutti i punti di contatto del marchio per identificare l’origine del problema e apportare modifiche mirate.
3) Il marchio non è più aggiornato
I tuoi elementi visivi, come logo e grafica, potrebbero sembrare superati. Dato che i clienti si basano spesso sull’istinto e sul primo impatto, un design antiquato può allontanarli. Se invece sono cambiate le esigenze dei clienti, raccogli feedback per capire cosa desiderano oggi e adattati di conseguenza.
4) La concorrenza è diventata troppo simile
Un rebranding efficace può mettere in risalto ciò che rende unica la tua offerta, aiutandoti a ottenere un vantaggio competitivo. Ricorda, però, che è essenziale costruire un’identità forte e coerente, che ispiri fiducia e parli direttamente al tuo pubblico.
5) L'affermazione sul mercato non funziona
Assicurati che la tua proposta di valore sia chiara e che il messaggio del tuo marchio rispecchi i tuoi servizi. Una comunicazione confusa allontana i clienti e danneggia il tuo posizionamento.
6) Fusioni, acquisizioni o riorganizzazioni
Fattori chiave da considerare:
- Cambierà il pubblico di riferimento?
- Servizi o prodotti verranno modificati?
- Ci saranno espansioni geografiche?
- È necessario un nuovo nome?
Ogni decisione deve essere allineata ai bisogni del pubblico.
7) Il gruppo di target non è abbastanza specifico
Un rebranding può aiutarti a riposizionarti per parlare direttamente a un segmento di mercato ben definito.
Ricorda che i dati demografici evolvono: rimani flessibile e rivedi messaggi, prodotti e punti di contatto per adattarti ai cambiamenti del mercato.
Intervista al nostro web designer Alessandro
1) Qual è stato il progetto di rebranding più interessante a cui hai lavorato e perché?
La sfida più stimolante è tradurre l’energia, la passione e l’autenticità della musica emergente in un’identità visiva. Non si tratta solo di creare un logo o scegliere dei colori, ma di costruire una narrazione visiva che sia moderna, riconoscibile e in sintonia con il mondo musicale. Un progetto così creativo e dinamico è quello che ogni designer sogna di fare, perché spinge a unire strategia, intuizione e innovazione.
2) Secondo te, qual è l'elemento visivo che ha il maggior impatto durante un rebranding?
Un esempio tecnico: una palette ben studiata non è solo estetica, ma funzionale. Determina la coerenza su tutti i canali, dal sito web ai social media. La tipografia, invece, comunica tono e personalità: un carattere geometrico parla di modernità, mentre uno più morbido trasmette empatia e accessibilità. È l’insieme di questi dettagli che costruisce un’identità visiva efficace e memorabile.
3) Quanto conta la collaborazione tra il cliente e il designer in un processo di rebranding?
Il cliente deve essere il punto di partenza: nessuno conosce il brand meglio di lui. È il designer che deve porre le domande giuste per raccogliere informazioni su storia, valori, mission e obiettivi futuri. Questo dialogo crea una base solida, evitando fraintendimenti e portando a soluzioni che rispecchiano realmente l’identità del brand.
Purtroppo, capita spesso che il cliente si focalizzi solo sul risultato finale – il logo, il sito – senza comprendere il processo dietro. Questo succede perché manca consapevolezza della complessità del rebranding. Ma il lavoro del designer è anche quello di educare, guidare e rendere il cliente parte attiva del percorso. È un po’ come suonare in duo: solo lavorando insieme si crea la giusta armonia.
4) Quali sono i segnali che indicano che un brand ha bisogno di un rebranding?
- Non rappresenta più chi sei: se il tuo brand non riflette i tuoi valori attuali o la tua evoluzione, è tempo di cambiare.
- Non connetti con il tuo pubblico: un calo di interesse o di riconoscibilità può indicare che l’immagine del tuo brand non parla più al tuo target.
- Sembri datato: un’identità visiva che sembra ferma agli anni ’90 (o peggio!) rischia di far percepire il brand come superato.
- Nuovi obiettivi o mercati: se stai puntando a espanderti o a intercettare un pubblico diverso, il brand deve adattarsi di conseguenza.
Il rebranding non è solo una questione estetica, ma una strategia per mantenere il brand rilevante e
competitivo.
5) Puoi spiegare il tuo approccio al design durante un rebranding?
Poi inizio la fase creativa. Mi piace esplorare idee diverse, partendo da schizzi iniziali fino a soluzioni più raffinate. Ogni elemento viene testato per assicurarsi che non sia solo bello, ma anche funzionale e coerente con gli obiettivi del brand.
Infine, si passa alla realizzazione tecnica: definire proporzioni, armonizzare colori, scegliere font. Ogni dettaglio è pensato per creare un sistema visivo che funzioni su tutti i canali, dal digitale al cartaceo. È un processo iterativo: provo, adatto, miglioro, finché non ottengo un risultato che risuona perfettamente con il brand.
6) Qual è il ruolo del web design in un rebranding efficace?
Un buon web design integra perfettamente l’identità visiva: il logo, i colori e la tipografia devono essere utilizzati per guidare l’utente, facilitare la navigazione e creare una connessione emotiva. Anche la gerarchia visiva è essenziale: sapere cosa mettere in evidenza e come disporre i contenuti può fare la differenza tra un sito che funziona e uno che viene dimenticato.
In un rebranding, il sito diventa la prova del nove: se l’identità visiva è ben costruita, il web design lo dimostra, traducendola in un’esperienza coerente e memorabile.
7) C'è qualcosa che vorresti dire a un’azienda che sta considerando un rebranding?
Affidati a professionisti che sappiano guidarti e sii pronto a metterti in gioco. Il rebranding è un’opportunità per ridefinire il tuo brand, adattarlo ai tempi e posizionarlo in modo chiaro nella mente del tuo pubblico. Non è solo un cambio di look, ma un investimento nel futuro della tua azienda. E, fidati, i risultati ripagheranno ogni sforzo
Conclusione
Come abbiamo visto, non esiste una regola rigida su quanto spesso si debba fare un rebranding, ma piuttosto dipende dalle circostanze: cambiamenti nel mercato, evoluzione della visione aziendale o necessità di risolvere problemi di percezione del brand. L’intervista con Alessandro, il nostro web designer, ha messo in luce l’importanza di una pianificazione strategica e di una chiara visione creativa per affrontare con successo un progetto di rebranding.
In definitiva, il rebranding non è solo una scelta estetica, ma una decisione strategica che può trasformare l’immagine della tua azienda. Se pensi che sia arrivato il momento di rinnovare il tuo brand, fai come suggerisce Alessandro: analizza con attenzione il tuo mercato, ascolta il tuo pubblico e affidati a professionisti esperti per dare vita a un brand che rispecchi davvero la tua unicità.